11 aprile 2024

crudo.festival

GENERARE

GIOVEDI’ 11 APRILE 2024 ORE 21

PRESSO TEATRO DEHON BOLOGNA

VOCE CHITARRA PERCUSSIONI DI E CON CRISTINA RENZETTI

Cameo di apertura omaggio a Leggere Strutture HUB

Cristina Renzetti in solo crea un sound unico che intreccia la sua voce cristallina alla sua chitarra, a servizio di una personalissima ricerca sonora nel mondo della canzone. Il repertorio è composto prevalentemente di brani originali della cantautrice tratti dai suoi album, in italiano e in portoghese, insieme a riletture di melodie d’autore.

Cristina Renzetti


Cantante, autrice, didatta, da anni fa ricerca sul mondo della canzone, la musica d’autore brasiliana e il jazz, contando con collaborazioni nazionali e internazionali.
Nata a Terni, di famiglia abruzzese, inizia giovanissima a cantare e lavorare nella scena jazzistica di Bologna, sua città d’azione. Integrante del gruppo Jacaré, del duo As Madalenas, in coppia con la brasiliana Tati Valle e del Trio Correnteza con il clarinettista Gabriele Mirabassi e il chitarrista Roberto Taufic, ha all’attivo una decina di album da leader e autrice. 

Dal 2006 al 2011 vive tra Bologna e Rio de Janeiro, collaborando con la nuova generazione della scena musicale carioca e lanciando in Sudamerica nel 2011 il suo primo album da solista “Origem é giro”. Nel 2017 incide “Dieci lune”, il secondo album da solista interamente in italiano in cui le sue canzoni dialogano con gli arrangiamenti liberi e estemporanei di Enzo Pietropaoli, Federico Casagrande, Alessandro Paternesi e Francesco Ponticelli. Nel 2022 incide per JandoMusic / Via Veneto Jazz “Yatra Songs” con Enzo Pietropaoli Quartet, insieme a Julian Oliver Mazzariello, Fulvio Sigurtà e Alessandro Paternesi, in veste di cantante e autrice.

E’ stata la voce solista di “Rosa” del maestro Pixinguinha, nella colonna sonora del film “Un giorno devi andare” di Giorgio Diritti (Arancia Film/Bim 2013).

Dal 2015 è integrante della “On Time Variabile Orchestra” insieme Alessandro Paternesi, Cristiano Arcelli, Marcello Allulli, Francesco Diodati, Francesco Ponticelli, Enrico Zanisi e Fulvio Sigurtà, band formatasi all’interno dei seminari annuali di Correggio Jazz / Jazz Network. 

Si è esibita in numerosi clubs e festivals in Europa e Brasile come Umbria Jazz, I Suoni delle Dolomiti, Bologna Jazz Festival, Torino Jazz Festival, Ravenna Jazz, Crossroads, Casa del jazz, Malta Fringe Jazz Festival, Brotfabrick (Francoforte), Stadtgarden (Colonia), Musifest di Niteroi (RJ-Brasil), Sesc Santana (São Paulo), Centro Cultural carioca (Rio de Janeiro), TV Globo Brasil. Ha suonato e collaborato tra gli altri con Gabriele Mirabassi, Mario Brunello, Guinga, Chico César, Cristina Zavalloni, Enzo Pietropaoli, Ferruccio Spinetti, Giovanni Ceccarelli, Tosca, Elena Ledda, Roberto Taufic, Federico Casagrande, Francesco Ponticelli, Alessandro Paternesi, Pasquale Mirra,  Sergio Krakowski, Philippe Baden Powell.

CINETICO

Ricerca coreografica di Elena Ballestracci ed Elena Bolelli 

Che cosa ci fa muovere? Da cosa è mosso il nostro corpo? Indagando in questo ambito le artiste Elena Ballestracci ed Elena Bolelli hanno voluto portare alla luce le necessità intrinseche del movimento. Pulendo il movimento da connotati sociali ed economici, rimane il solo motore biologico legato alla sopravvivenza.

CINETICO è una ricerca coreografica di Elena Ballestracci ed Elena Bolelli che esplora le radici intrinseche del movimento umano, lasciando solo il corpo a dare spiegazione alla domanda dalla quale il progetto nasce “What makes us move?”. A partire dalla metafora della spugna e da un’analisi scientifica del corpo, il progetto mira a creare un movimento consapevole, pulito dai vincoli sociali, e a indagare la connessione innata tra il movimento umano e la natura. La missione ” Alzarsi” esplora il significato del movimento come elemento fondamentale per la sopravvivenza, mentre l’indagine delle radici porta alla scoperta di una danza ancestrale cristallizzata nel nostro DNA. 


Elena Ballestracci si è laureata nel 2019 in Danza contemporanea presso l’università delle Arti a Zurigo, completando i suoi studi presso la compagnia di danza del Teatro di Osnabrueck in Germania, sotto la direzione di M. De Candia, con la possibilità di studiare e performare repertori internazionali di ospiti come B.Marshall, I. Galili, E.Klug e M.Schumacher.
Dopo la formazione ha spostato il suo focus sull’improvvisazione e sullo studio somatico, approfondendo le tematiche che riguardano il benessere del danzatore attraverso gli studi di scienze dell’attività motoria e sportiva presso la facoltà di Bologna, conclusa nel 2023.
Dal 2020 è danzatrice freelance e coreografa di proprie performance fra cui “Game-set-match” performance che unisce sport e danza; oltre ad aver preso parte ad alcune performance di Balletto Civile/Michela Lucenti, fra cui  “Gente”.. 
Nel 2023 ha partecipato e concluso il corso di alta formazione ERT, in Drammaturgia fisica: “Le Parole del Corpo”.

Elena Bolelli è un’artista nel campo delle arti performative, con una carriera che spazia dalla danza alla coreografia e all’insegnamento. Ha partecipato a produzioni internazionali, tra cui la sua più recente collaborazione con IlDance – Lee Brummer in Svezia. Elena ha presentato i suoi lavori coreografici, tra cui “Porcellum”, “Quattro Virgola Tre” e “La Famiglia”, in vari festival e ha danzato e collaborato per Sweetshop Revolution a Londra. Inoltre, ha collaborato al “Overwhelming Project” in Israele e nel Regno Unito insieme a Nunzia Picciallo. Il suo percorso artistico comprende esperienze come danzatrice, esibendosi in coreografie di Jason Mabana, Stephanie Thomasen, Thomas Bentin, Marie BrolinTani, Tim Rushton, Matthew Robinson, Ihsan Rustem, Hannes Langolf, Lenka Vagnerova e Sita Ostheimer. Ha conseguito la laurea presso la Northern School of Contemporary Dance e nel 2018 ha ottenuto un Master in Performing Arts presso la NSCD.  Attualmente, è impegnata in un Master in Imprenditoria dello Spettacolo presso l’Università di Bologna (2023/2024) e ha partecipato al progetto “Dancing Age” presso la Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto. Elena condivide la sua passione per la danza attraverso Gaga Movement Language, offrendo lezioni in diverse località in Italia, Svezia, Regno Unito ed Europa. 

GAIA MATER

Dal progetto Gaia la nuova Umanità Installazione performativa

Performer: Antonio Bissiri 

Ideazione: Angela Valeria Russo 

Foto: Lucia Baldini

Videoproiezioni: Fabio Sau

Produzione: Prendashanseaux e Asmed Balletto di Sardegna

MATER


Danza della Vita e della Morte MATER è un’opera frontale, pensata per gli spazi più tipicamente teatrali, che intreccia la danza con quattro video proiezioni e due maxi fotografie, tessendo una narrazione intricata focalizzata sull’archetipo della madre e arricchita dal simbolismo del serpente, elemento chiave nelle tradizioni sciamaniche. In questo contesto, si aggiunge un ulteriore strato di significato attraverso la lente del femminino sacro. Le fotografie, raffiguranti cortecce d’albero a forma di vulva, simboleggiano la circolarità del tempo e la ciclicità della natura, instaurando un ponte tra il tema della creazione e la forza generativa del femminino sacro. Le quattro videoproiezioni, ognuna dedicata a un elemento, si connettono con la danzatrice, aprendo finestre di connessione con gli insegnamenti derivanti dal percorso di relazione con ciascun elemento. La danza della performer, fluida ed organica, prende ispirazione dal simbolismo del serpente, un animale spesso associato al femminino sacro nelle tradizioni antiche. Attraverso il movimento serpentino, la danzatrice esplora la trasformazione, passando attraverso momenti di smembramento e sfinimento. 

Questo rituale di morte sciamanica diventa un passaggio essenziale per rinascere con l’equilibrio insegnato dalla terra Madre. MATER, nel suo approccio all’archetipo della madre come ritorno alla terra, scava nelle profondità interiori per trovare il radicamento e, simultaneamente, riconosce il femminino sacro come forza guida in questo percorso. La nudità del corpo in scena, spoglio e indivisibile, simboleggia la vulnerabilità umana e la trasformazione continua, celebrando il potere creativo e rigenerativo del femminino sacro. Attraverso la bellezza, la memoria antica e il richiamo al femminino sacro, MATER invita gli spettatori a esplorare la connessione primordiale con la terra e a riconoscere il ciclo eterno di vita, morte e rinascita come parte integrante dell’esperienza umana. Nello sciamanesimo, la terra è spesso considerata una divinità femminile, la Madre Terra, che nutre e sostiene tutta la vita. Le pratiche sciamaniche celebrano questa connessione tra il femminino sacro e la terra, riconoscendo la sacralità della natura e la responsabilità dell’umanità nel preservare l’equilibrio ecologico. Il femminino sacro nello sciamanesimo rappresenta un filo che intreccia la spiritualità, la guarigione e la connessione con la natura.

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I biglietti saranno in vendita su Vivaticket e presso il Teatro Dehon dal martedì al sabato dalle 15 alle 19 e da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

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